Sansificio, il Consorzio ci riprova e si appella alla Corte europea

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Mossa a sorpresa dell’azienda “Salento agricolo” dopo il definitivo no alla realizzazione del discusso impianto.

Nel ricorso si ipotizza la violazione del principio di libertà d’impresa.

 VEGLIE – Si riapre la storia infinita del megasansificio realizzato nel cuore del Parco del Negroamaro e mai avviato per l’opposizione, dinanzi ai giudici amministrativi, di diversi Comuni del comprensorio, di “Italia nostra”, dell’Associazione consumatori organizzati e di numerose aziende agricole della zona.

Il “Consorzio agrario Salento agricolo”, subentrato nel tempo alla “Oil Salento”, non demorde e presenta un nuovo ricorso al Consiglio di Stato per chiedere la revoca della precedente decisione con la quale, nel giugno del 2012, il supremo organo di giustizia amministrativa aveva dichiarato inammissibile l’appello del Consorzio avverso la precedente sentenza del Tar Lecce. Quest’ultimo aveva rigettato il ricorso contro il provvedimento di diniego del Comune di Veglie, adottato a seguito di istanza per l’attivazione dell’impianto destinato alla trasformazione della sansa in nocciolino. L’opificio in questione, realizzato in un immobile ristrutturato un tempo adibito a pomodorificio, ha potenzialità di lavorazione pari a circa 13mila quintali di sansa al giorno.

Il Consorzio, che dichiara di rappresentare oltre 8mila produttori agricoli salentini, nel nuovo ricorso lamenta il mancato rilievo, da parte del Consiglio di Stato, di formale censura riguardante la violazione del principio di libertà d’impresa di cui all’articolo 16 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. E, pertanto, chiede un rinvio della controversia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea “per la qualificazione della sansa come prodotto agricolo”. Il Consorzio, in pratica, continua a sostenere che l’impianto non ha natura industriale e che l’attività dello stesso può essere svolta nell’area perché rientrante nella filiera agricola.

I Comuni di Veglie, San Pancrazio, Porto Cesareo, San Donaci, Guagnano, Salice Salentino, nonché gli ambientalisti, le associazioni e le aziende agricole della zona sono, naturalmente, di opinione opposta. E, pertanto, sarà di nuovo battaglia.

L’avvocato Pietro Quinto, che insieme all’avvocato Angelo Vantaggiato ha difeso le ragioni dei Comuni, commenta: “C’è una sentenza del Consiglio di Stato, avente natura di giudicato, che ha qualificato il processo di trasformazione della sansa in nocciolino come attività non strettamente connessa con la trasformazione di prodotti agricoli. Non in discussione, quindi, la libertà di iniziativa economica di un’impresa, bensì la disciplina urbanistica di un comprensorio e la determinazione del Comune di Veglie che, a buona ragione, si oppone all’insediamento, in una zona a vocazione agricola, di un sansificio tra i più grandi d’Europa”.
 

 

Rosario Faggiano

(Tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno – Lecce – di Giovedì 24 Gennaio 2013)

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