Ecologia e cristianesimo: un dialogo da riannodare

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Ci si è interrogati poco, e spesso in maniera molto negativa, sui rapporti tra il cristianesimo e l’ecologia. Già nel Libro della Genesi la natura è presentata come il luogo dove si esprimono i doni divini nei confronti degli uomini, ma anche la meravigliosa bellezza della Creazione e lo splendore del Creatore. All’uomo, qui rappresentato da Adamo, è affidato in primo luogo il giardino dell’Eden perché lo coltivi e lo custodisca. Fin dalle origini, dunque, il Creatore affida all’uomo il compito di gestire la Terra e ne fa, secondo la tradizione musulmana, il suo luogotenente: colui che agisce in sua vece e al suo posto.

Attraverso i duemila anni di storia del Cristianesimo, sorgono correnti mistiche nutrite da un amore e un rispetto profondo della natura, ci proverà Francesco d’Assisi…il suo cuore arde per tutta la Creazione, per gli uomini, gli uccelli, gli animali, i demoni e tutte le creature; egli prega persino per i serpenti.  Egli legge Dio con gli occhi rivolti alla natura e agli alberi più che nei libri di teologia. E Francesco d’Assisi (1181-1226) scuote durevolmente il pensiero cristiano della sua epoca, tornando alle fonti costanti nella lode delle creature. Egli cerca e trova Dio immediatamente nella natura e nella lettura della Sacra Scrittura. Si sa fino a che punto la tradizione francescana ispirò per secoli il cristianesimo occidentale, e non finiremmo più di citare il Cantico delle Creature, oltre gli innumerevoli emuli francescani che ci han lasciato, testi commoventi al punto che Ernest Renan (1823-1892) ha potuto dire di Francesco che “fu l’unico, vero cristiano dopo la morte di Cristo”. Per rincamminarci nei suoi passi noi ecologisti dedichiamo la nostra associazione VAS/onlus qui a Veglie e dintorni.

Ma l’Occidente moderno non ricorda ahinoi che l’uomo diventa il giardiniere della Creazione, che esprime ai suoi occhi lo splendore del Creatore. Ha invece rigidamente focalizzato la sua attenzione su un solo versetto, a carico della tradizione giudaico-cristiana: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra, soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra”[3]. Quante volte abbiamo ascoltato e riascoltato questo versetto isolato dal suo contesto da persone che non hanno mai preso la Bibbia in mano e ancor meno il Libro della Genesi.

La nuova filosofia della natura, che la degrada allo stato di oggetto, ispirerà il suo sfruttamento; termine, nella sua accezione negativa che rinvia più alla figura dello sfruttatore che a quella del gestore…sfruttamento sarà, come ci ha insegnato la storia degli ultimi secoli, senza freni e senza limiti…a scapito della diffusa preoccupazione per le generazioni future, che generano ormai una crisi ecologica senza precedenti. È dunque venuto il momento in cui le grandi religioni, riallacciandosi alle loro immemorabili tradizioni, debbono parlare alto e forte, e con una stessa voce, per scongiurare gli imminenti disastri che ci minacciano, preoccupandosi, in una raccolta di tutte le sensibilità cristiane, della salvaguardia della Creazione.Una fioritura di iniziative che depone a favore di un riavvicinamento tra l’ecologia e il cristianesimo.

In conclusione la visione che la fede cristiana ha dell’uomo e della natura. Il cristianesimo considera la creazione come opera di Dio, che resta sempre il Signore del creato, cosicché l’uomo non ne diventa mai il padrone assoluto, ma riceve da Dio il mondo come un dono per il suo bene e, affinché come collaboratore di Dio, lo porti a compimento nel migliore dei modi. Per la teologia cristiana, le cose create sono il segno di Dio e ne portano l’impronta. 

La devastazione ecologica e l’avvilimento della natura sono per i cristiani quasi un sacrilegio, cioè una grave profanazione di quel tempio di Dio che è il creato.

Per l’ebraismo, il mondo è un sistema equilibrato, creato e ordinato da Dio. Fin dalle prime pagine della Genesi si presenta come un ecosistema in equilibrio in cui ogni essere vivente è legato all’altro; nella creazione di Dio nulla è inutile e tutto è importante e ha un significato. In Gn 9,9-11 Dio rinuncia a distruggere la Terra esortando l’uomo a seguire il suo esempio, rifiutando l’uso smodato delle risorse della Terra ed evitando di deteriorare le condizioni ambientali.

Nel Corano Adamo è collocato nel Paradiso terrestre come califfo, custode del Creato: deve salvaguardare la Terra affidatagli da Allah.

Se nell’induismo, religione panteista, la presenza divina pervade ogni aspetto della natura e dell’universo, nel buddismo l’ambiente è la condizione di vita degli esseri umani: solo chi non è saggio distruggere ciò che gli permette di vivere. Nel confucianesimo viene messa in evidenza la necessità di preservare l’armonia tra la Natura e gli esseri viventi.

Ogni cristiano viene chiamato in causa dalla crisi ambientale che lo costringe a riesaminare il suo rapporto personale e quotidiano con il Creato e Dio. Nel Simbolo si recita: «Dio Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili». Il «cercare il Regno di Dio e la sua giustizia» non solo non lo esime dall’assumersi la sua responsabilità nei confronti dell’ambiente e della vita, ma la rafforza e la esige come componente essenziale della fede e della testimonianza dei valori del Vangelo.

Il tema ecologico è presente in numerosi documenti ecclesiali. In quello del Sinodo dei Vescovi del 1983, che cita san Francesco d’Assisi come modello di riferimento sempre attuale per i credenti.Nell’enciclica Sollicitudo Rei Socialis del 1987 Giovanni Paolo II sottolinea l’importanza del rispetto della natura, della sua integrità e dei suoi ritmi:«L’uomo è capace di rispettare le creature nella misura in cui porta nel proprio spirito un senso pieno della vita, altrimenti sarà portato a disprezzare se stesso e ciò che lo circonda, a non avere rispetto dell’ambiente in cui vive, del Creato». Quindi esiste già un rapporto strettissimo tra il rispetto dell’uomo e la salvaguardia del Creato.

I catechisti devono insegnare l’ecologia ai giovani, improntata come Francesco di Assisi ci ha testimoniato. La crisi ambientale si riduce soprattutto a un problema morale. Ciò significa che non si può pensare di risolvere il problema dell’ambiente senza un profondo cambiamento culturale e senza l’educazione alla formazione di una nuova coscienza ecologica. Come ricorda il Santo Padre nella sua Enciclica, tutta la creazione viene da Dio e deve essere amministrata e sviluppata, e non abusata e distrutta. Si tratta di una questione teologica perché se neghiamo che Dio è il Creatore, diciamo che tutto viene dal caso, e allora è difficile percepire come deve agire l’uomo. Egli non deve diventare nemico della natura o comportarsi come tale. Afferma il Santo Padre: «La Chiesa ha una responsabilità per il Creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di se stesso».

GESU’ ECOLOGISTA…

Oggi le porte si vanno lentamente aprendo alla rivoluzione ecologica.(…) Nel cristianesimo abbiamo ereditato il gusto per il nuovo. Gesù è stato aperto alle nuove sfide e ha invitato i suoi seguaci a interpretare i segni dei tempi. Senza alcun dubbio, oggi nella coscienza ecologica sta soffiando lo Spirito di Dio. È un invito a porci in maniera diversa nell’Uni-verso e a prendere sul serio la responsabilità che abbiamo nei confronti della creazione. Oggi la rivoluzione ecologica è a sua volta una rivoluzione culturale. Invita a considerare una nuova ubicazione dell’essere umano sulla Terra. Esige nuove comprensioni e nuove risposte. (…).L’ecologia si trasforma in un’avventura spirituale. Possiamo costruire una spiritualità ecologica che ci insegni ad abbracciare il Cosmo e il Dio del Cosmo. Il nostro cammino come cristiani si può vedere profondamente arricchito da questa sfida. La risposta, ancora una volta, è in noi.

Unitevi a noi cristiani ecologisti, ADERITE all’associazione ECOLOGISTA VERDI AMBIENTE E SOCIETA’ nata per la prima volta a VEGLIE, salvaguardiamo ciò che c’è ancora di bello e raro nel Creato e lottiamo per difendere la nostra terra e la salute di noi tutti, fin troppo compromessa dall’inquinamento.

Il rispetto per l’ambiente è un dovere per tutti quanti credono che Dio è il Creatore e sanno che gli uomini devono aver cura dei doni di Dio tenendo presente il bene di tutti gli esseri umani.

“Verdi Ambiente e Società “- onlus

 per informazioni 3891812252 (MIMMO GIGLIO) email: verdinelmondo@libero.it

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