Mega-sansificio abusivo: a processo

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Veglie: Rinvio a giudizio per la trasformazione illegita di un vecchio opificio in un grande stabilimento industriale.
I reati:
La contestazione del giudice è di falso e lottizazione abusiva. Sotto accusa il rappresentante della Oil Salento e il dirigente di Urbanistica.
E’ uno dei più grossi sansifici d’Europa quello di Veglie, ma sarebbe stato realizzato in barba alla legge.
Ne è convinta la Procura di Lecce che ha puntato i riflettori sul fabbricato di 8mila metri quadri, scoperchiando i presunti abusi, finiti anche all’attenzione della giustizia amministrativa.

Lottizzazione abusiva e falso, sono i reati dai quali dovranno difendersi, a partire dal 4 marzo, Luigi Panarese, di 65 anni, e Antonio Anglano di 53, entrambi di Veglie, il primo nelle vesti di legale rappresentante della “Oil Salento”, il secondo di responsabile del settore urbanistica del Comune.
Lo ha deciso ieri il giudice Antonia Martalò, al termine dell’udienza preliminare durante la quale si sono affrontate le parti: la difesa, rappresentata dagli avvocati Luigi Rella e Giovanni Erroi, e l’accusa, con il procuratore aggiunto Ennio Cillo (titolare dell’inchesta a capo del pool dei magistrati che indagano sui reati ambientali).
La battaglia giudiziaria quindi proseguirà, ma a dibattimento della prima sezone penale.
Stando alle indagini, nel 2008, la “Oil Salento”, dopo aver realizzato interventi difformi alla Dia (Dichiarazione d’inizio attività), aveva chiesto e ottenuto dal tecnico comunale un permesso illegittimo di costruire in sanatoria.
In particolare, su un area di circa 90mila metri quadri, un vecchio pomodorificio sarebbe stato trasformato in un vero e proprio stabilimento industriale per la produzione e per la vendita di oli grezzi vegetali e di nocciolino di sansa, per l’estrazione di oli vegetali con solventi, e utilizzato come deposito per liquidi infiammabili e combustibili.
Il complesso, quindi, sarebbe stato realizzato modificando le tecnologie già esistenti, ma anche aggiungendo nuovi impianti che regolarizzano un piazzale asfaltato per oltre 25 metri quadrati.
Peccato che il priano regolatore non lo consentisse: in caso di cessazione di attività industrali già esistenti, i relativi edifici dovevano essere destinati esclusivamente all’attività agricola o a questa connessi.
Il responsabile del comune, invece, attestò nella relazione istruttoria che il progetto era a norma e che quindi non c’era bisogno dell’autorizzazione paesaggistica.
Per questo il Procuratore Cillo contesta ai due imputati anche il reato di falso oltre a quello di lottizazione abusiva.
Dal canto loro, invece, Anglano e Panarese sostengono di non aver commesso alcun illecito, perchè il cambio di destinazione avvenne sì, ma nel rispetto delle regole, rimanendo sempre nell’ambito della produzione agricola: sansa invece di pomodori.
Ed è questa la tesi che i difensori Rella ed Erroi cercheranno di dimostrare durante il processo, che verà come parti civili lee associazioni “Ambiente Sano” (con l’avvocato Emanuela Pispico) e “Salute pubblica” (con l’avvocato Andrea Casamassima).

Veronica Valente

(Tratto da “IL NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA” di Venerdì 31 Ottobre 2014)

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