(ndr – Riceviamo con la richiesta di pubblicazione)
Signor Sindaco,
ho letto la Determinazione del Responsabile del Settore Lavori Pubblici n. 392 Reg. Generale del 14/08/2015 avente per oggetto: “APPROVAZIONE BANDO PER L`ASSEGNAZIONE DI LOTTI ALL`INTERNO DEL PIP ‘CIRCONVALLAZIONE-VIA TROALI I° COMPARTO’” e la pubblicazione del conseguente Bando.
A Lei, che non è nuovo alla gestione dell’amministrazione vegliese, in quanto dal 2000 al 2014 ha ricoperto la carica di assessore e poi quella di consigliere comunale, prima di essere chiamato a ricoprire la carica di sindaco, non sarà sfuggito
che suddetta determina pone una serie di interrogativi e rinvia a una importante procedura amministrativa rimasta sospesa dal giugno 2014.
Gli interrogativi
Dove collocare una zona artigianale e industriale e la sua realizzazione, negli anni passati, a Veglie ha costituito oggetto di acceso di dibattito e di aspro conflitto. E mentre “il palazzo discuteva”, la crisi economica nazionale espugnava anche le nostre aziende e imprese locali.
Nel 2009, dopo più di due anni dalla proposta di Variante al P.R.G. per l’individuazione di nuove aree produttive (PIP) di via Salice e località Troali, con Delibera di Consiglio Comunale n. 11 del 24.03.2009, Veglie aveva la sua nuova zona PIP in località Troali (l’area più estesa).
In quell’anno (ma anche molto prima) nonostante l’inizio della crisi economica, le richieste (documentate) degli operatori del settore di avere assegnato un lotto furono molte di più dei lotti disponibili (33 lotti in località Troali e 13 lotti in via Salice).
Dopo il bando per l’assegnazione dei 33 lotti della zona PIP in località Troali, sono necessari circa quattro anni per giungere alla approvazione della graduatoria provvisoria (Det. ReG. n. 191 del 29.4.2013) e poi a quella definitiva del 27.6.2013 (Det. n. 47). A ottobre dello stesso anno i lotti sono stati tutti regolarmente assegnati, previo versamento da parte dei richiedenti del 5% del costo complessivo del lotto (importo del 5% che si aggira in media tra i 2.500,00-3000 Euro). Sono 4 (quattro) le ditte incluse nella graduatoria ma non assegnatarie per mancanza di lotti.
Dopo più di due anni ecco la novità: la determina del 14 agosto del 2015 prende atto che ben 17 lotti (dei 33) sono rientrati nella piena disponibilità del Comune. Se alle 17 rinunce si aggiungono le quattro ditte escluse dal primo bando, molto più della metà degli assegnatari ha rinunciato a insediare una attività economica nella nuova zona PIP. E questa è una grave notizia.
E’ solo la crisi economica, con l’aggravante dei ritardi e lentezze amministrative, ad aver generato le rinunce? Sono state le rigidità del Regolamento di assegnazione dei lotti e dello schema di convenzione le sole cause del venir meno di tante ditte agli impegni assunti nel 2009?
La crisi economica è stata ed è rilevante ma non basta da sola a spiegare la situazione.
L’importante procedura amministrativa dell’AUA (Autorizzazione Unica Ambientale)
A poca distanza dalla nuova zona PIP-Troali, una impresa locale il 30 dicembre 2013 ha presentato richiesta di AUA (Autorizzazione Unica Ambientale) per cinque obiettivi, tra cui (le più importanti per il ragionamento qui esposto) il rinnovo dell’autorizzazione per l’impianto di produzione di conglomerati bituminosi (scaduta dopo 15 anni) e l’autorizzazione per un impianto di recupero di inerti.
Di questo procedimento, che doveva essere concluso per legge entro il giugno del 2014, non si conosce, alla data odierna, ancora l’esito.
Per l’impianto di recupero di inerti vi è stato già un parere edilizio-urbanistico negativo (con relativo atto) dell’attuale funzionario responsabile del procedimento e, inoltre, non risulta che sia pervenuto un importante parere di un servizio regionale a cui la determina provinciale del 5 giugno 2014, per la parte di competenza, ha subordinato l’AUA.
Ma, in particolare, è il bitumificio che pone determinanti problemi alla zona PIP perché rimangono aperte due questioni molto importanti:
–la questione urbanistica, in quanto, pur essendo industria insalubre, è allocato in zona agricola e non industriale come da norma e il rinnovo dell’autorizzazione non può ignorare una simile questione;
–la valutazione dell’impatto sanitario, non affrontata né nella conferenza dei servizi del novembre 2014 né da atti successivi.
Troverà nel fascicolo dell’AUA tutti i dettagli delle due questioni che, a mio parere, hanno influito non poco (anche se a bassa voce!) sul passato dell’assegnazione dei lotti in zona PIP-Troali e continueranno ad influire, con le maggiori sensibilità comuni sul destino del nostro ambiente, sul nuovo bando che scadrà a fine settembre. Troverà la precisazione, anche, che l’obiettivo delle tante note, studi e osservazioni fatte non è quello di far chiudere un’attività ma quello di mettere insieme tutela della salute, rispetto dell’ambiente e rispetto della norma a tutela dei cittadini, anche della stessa ditta richiedente. E abbiamo fatto proposte concrete per raggiungere questi tre obiettivi.
Nel fascicolo non troverà altri dati pure importanti. Mi riferisco allo stato della falda acquifera nella zona nord del paese. Questi dati sono in possesso dell’assessore Armonico che a me (e non solo a me) nel novembre del 2014 ha fatto vedere una bottiglietta d’acqua nera (dico nera) prelevata da un pozzo della zona e le relative analisi (molto preoccupanti) del campione di due laboratori privati.
Tacere o nascondere, anche per superficialità, e non approfondire tali informazioni; rinviare la soluzione di tali questioni (come si è fatto da più di 15 mesi) prima del bando per l’assegnazione dei lotti della zona PIP-Troali significa andare incontro a un altro fallimento o a sicuri contenziosi.
Mi rivolgo a Lei in quanto il sindaco, autorità sanitaria locale, ai sensi del T.U. delle leggi sanitarie, è titolare di un potere di vigilanza sulle industrie insalubri (e il bitumificio è tale!) ed è perciò il primo responsabile della salute dei cittadini. Al peso della sua professione di medico, che conosce bene per esperienza diretta i tanti drammi e sofferenze che la diffusione di tumori e malattie provoca a molta parte della popolazione, ha scelto di aggiungere quello dell’amministratore che deve prevenire oltre che curare. Anzi, da sindaco dovrà darsi da fare più per prevenire che per curare.
Non conosco atti da Lei posti in essere, prima della Determina del 14 agosto 2015, che rendano inutile questa mia lettera aperta. Le assicuro che su queste questioni c’è grande sensibilità nella popolazione tutta che attende da Lei informazioni dettagliate. Non mancherà il controllo civico (anche, se necessario, coinvolgendo organi competenti esterni all’amministrazione), ma anche il supporto alla sua azione amministrativa se questa sarà per la tutela, insieme, di salute, ambiente e lavoro.
Veglie 31 agosto 2015
Prof. Antonio Greco