Da molti mesi ormai esiste più di un ragionevole dubbio per ritenere che l’eradicazione non sia la soluzione per trattare il disseccamento dell’ulivo. Il parere della stessa comunità scientifica non è unanime. Pertanto per il principio di precauzione, bisognerebbe attendere prima di compiere una strage di migliaia di piante imposta dal piano Silleti prima e soprattutto dal Silleti bis attuale; “Primum non nocere”, insegnano i medici.
Millenni di economia e paesaggio cancellati in pochi secondi a colpi di ruspa; “Pianta un ulivo per tuo nipote”, recita un vecchio detto. Gli addetti ai lavori sanno che nel diciottesimo secolo lo studioso martanese Cosimo Moschettini descrisse il disseccamento dell’ulivo col termine “brusca”, che si verificava
dopo periodi di scirocco; ma gli ulivi se la sono sempre cavata sopravvivendo fino ai nostri giorni. Nonostante proposte e proteste le eradicazioni continuano.
Nei giorni scorsi a Veglie sono stati affissi i manifesti del commissario delegato Giuseppe Silletti, con i quali giustifica un piano chiaramente fallimentare, illogico, e imprudente. Un piano che se portato a compimento, successivamente potrebbe aprire la strada a speculazioni di varia natura. La posta in gioco è altissima.
Visto che le istituzioni hanno le risorse per stampare manifesti a colori, secondo la mia personale opinione i manifesti avrebbero potuto stamparli qualche anno prima per divulgare le linee guida degli esperti, per rispolverare le tradizionali pratiche agricole utili alla corretta manutenzione della pianta. Invece la popolazione salentina è rimasta per lungo tempo nella più totale incertezza e confusione.
Veglie, 15/11/2015
Dott. Fabio Coppola