SCUSATE IL RITARDO – Lettera aperta al presidente del seggio n. 7 – Comune di Veglie

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Gentilissima Loredana,

Le scrivo in qualità di cittadino Vegliese facente parte della lista del seggio n. 7 per informarLa che sfortunatamente il giorno 17 aprile non ho avuto la possibilità di esprimere il mio voto nell’ambito del c.d. “referendum sulle trivelle”. 

In realtà non so quanto la fortuna c’entri in questa storiaccia.

Alle ore 6.55 del mattino mi recavo presso le scuole Aldo Moro per esercitare il mio diritto (e dovere) e poi dirigermi a Bari, dove avrei dovuto prendere un aereo alle ore 9.55. 

Alle 7.00 il “suo” seggio era ancora chiuso, in quanto, nonostante tutti i componenti dello stesso fossero all’interno della

struttura, Lei, la presidentessa, non era ancora arrivata presso il luogo del futuro fattaccio.  

Volevo esprimere la mia preferenza, pertanto nonostante il rischio di perdere il volo, attendevo  inutilmente fino alle ore 7.25, momento in cui diventava assolutamente necessario lasciare la struttura per raggiungere in tempo l’aeroporto.  

Faccio presente che un mese prima di tornare in Italia mi ero diligentemente informato presso il Comune riguardo all’orario di apertura dei seggi: qualora non avessi avuto il tempo di votare a Veglie – pensavo – avrei inoltrato apposita richiesta di voto all’estero presso il Consolato italiano in Alicante. Tuttavia, informato del fatto che i seggi comunali avrebbero aperto piuttosto presto, non ritenni necessario chiedere di votare in Consolato.

Purtroppo le cose sono andate diversamente e al momento mi trovo in Spagna senza aver espresso il mio parere sulla norma oggetto del quesito referendario. 

Mi è stato riferito che ha giustificato la sua assenza adducendo generici motivi di salute, pertanto,  nonostante mi permetta di nutrire un velatissimo, personale e non accusatorio dubbio circa la veridicità della sua giustificazione, Le auguro una pronta guarigione.

Ad ogni modo in ragione dell’alto valore che il voto libero e segreto riveste nelle nostre democrazie, mi domando: non avrebbe potuto comunicare il suo precario stato di salute il giorno prima? Non avrebbe potuto diligentemente inviare un messaggio o fare una telefonata a un componente del seggio chiedendo la nomina di un nuovo presidente? Non avrebbe potuto avvisare gli altri componenti del seggio del suo (non me ne voglia) imperdonabile ritardo?

Non ho il piacere di conoscerla personalmente e sono solito considerare gli sconosciuti mediamente intelligenti, attenti ed perspicaci, pertanto immagino che Lei fosse consapevole non solo dell’importanza del ruolo che le era stato assegnato, ma anche dei disagi che l’apertura ritardata del seggio di cui Lei deteneva le chiavi avrebbe comportato.

Effettivamente i disagi ci sono stati ed anche gravi: ben due persone del seggio 7 non hanno avuto la possibilità di votare nell’ambito di una consultazione referendaria oggetto di svariati attacchi politici, con inviti più o meno velati all’astensionismo generale.

Naturalmente non so quanto la sua assenza dal seggio sia giustificata e giustificabile e disconosco le conseguenze di questa sua mancanza. Sinceramente spero che le Autorità preposte non prenderanno provvedimenti  troppo gravi nei suoi confronti, a parte naturalmente impedirle di tornare a svolgere incarichi istituzionali come quello a cui è venuta parzialmente meno nella giornata odierna, che mi sembra il minimo.

Ad ogni modo l’aver impedito più o meno volontariamente o più o meno negligentemente a ben due persone di esprimere le proprie preferenze nell’ambito di un referendum così sentito è un fatto di palese gravità.   

Mi è stato insegnato che quando si sbaglia ci sono tre cose da fare:

1) ammettere l’errore

2) porgere delle scuse

3) cercare di rimediare

 Per la numero tre ormai non c’è più tempo, ma le assicuro che tanto io quanto l’altra persona pregiudicata dal suo ritardo, apprezzeremmo profondamente un messaggio di scuse in merito a questo brutto pasticciaccio.

Detto ciò torno ad augurarle una pronta guarigione e rimanendo in attesa di ricevere Sue notizie, La saluto cordialmente.

Vito Pati

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