Tira aria pesante a Veglie!

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Chi c’è dietro ai roghi che ci stanno avvelenando tutte le sere? 

E’ ormai da diverse settimane che i cittadini di Veglie lamentano la presenza di odori insopportabili, verosimilmente di plastica bruciata, in alcune zone del paese e soprattutto nelle ore serali e notturne. Si tratta di fumi scuri, malodoranti, non riconducibili alla semplice bruciatura di ramaglie o scarti da potatura, pratica antica che non ha mai creato particolari problemi all’ambiente o alla salute e che, tra l’altro, produce fumo bianco che odora di campagna.  

I fumi di cui i cittadini si lamentano, invece, sono neri e hanno un odore fortemente irritante e sgradevole.

Gruppi di cittadini vegliesi, gruppi consiliari e associazioni hanno chiesto al sindaco di intervenire. Sui social si è scatenata una polemica contro l’attuale amministrazione che, secondo il parere di molti, non metterebbe in atto gli opportuni controlli sul territorio per stanare i responsabili di questo fenomeno che ormai si ripete con frequenza quotidiana.

I roghi notturni sembrano, però, non essere solo un problema del nostro paese, ma anche di tante altre località del Salento. Il prefetto di Lecce, infatti, qualche giorno fa ha invitato tutti i Comuni interessati a sorvegliare le attività agricole e, soprattutto, gli opifici e i depositi di materiali ferrosi presenti sul territorio.

Ma proviamo a entrare nel cuore del problema e a fare delle riflessioni più approfondite.

Ho stilato, con l’aiuto di internet, un elenco di rifiuti che potrebbero essere generati dalle attività produttive presenti in zona. L’elenco, indubbiamente, non è completo, ma sufficiente a promuovere qualche riflessione:

– teli di copertura di serre e tunnel; 
– lastre rigide per serre; 
– film per pacciamatura; 
– geomembrane per impermeabilizzazione; 
corde, nastri, cordini agricoli per legature imballaggi; 
– reti per la raccolta delle olive o per sostegno; 
– reti antigrandine, ombreggianti, frangivento; 
– film per insilaggio; 
– tubi per irrigazione e manichette 
– palletts. 
– cassette per frutta e verdura; 
– flaconi e taniche; vasetteria; 
– film plastici per imballaggi; 
– scatole in cartone; 
– sacchi per sementi, mangimi e concimi. 
– pneumatici usati 
– rottami ferrosi derivanti dalla manutenzione 
– apparecchiature obsolete o loro parti
– rifiuti veterinari (infetti o potenzialmente tali) 
– farmaci veterinari inutilizzati e/o scaduti 
– prodotti fitosanitari (inutilizzati; scaduti; con residui o contenenti sostanze 
pericolose) 
– contenitori e imballaggi contenenti residui o sostanze 
pericolose 
– filtri per atomizzatori 
– filtri dell’olio dei motori 
– tubi fluorescenti e lampade contenenti mercurio 
– contenitori di oli e lubrificanti 
– olio da motore e trasmissione esauriti


Molti di questi rifiuti sono considerati rifiuti speciali e necessitano di un trattamento adeguato e a norma, in quanto venuti a contatto con sostanze pericolose, come ad esempio i veleni utilizzati in agricoltura.

La bruciatura dei rifiuti è sicuramente un metodo di smaltimento veloce ed economico ma, oltre ad essere illegale, è anche pericolosa per la salute e l’ambiente.

Alcune domande sorgono spontanee.

I fumi che i cittadini vegliesi sono costretti ad inalare la sera potrebbero essere provocati dalla bruciatura di plastica o di altro materiale di origine non vegetale, che viene in questo modo smaltito fuori da ogni legalità e controllo?

E chi potrebbe rendersi responsabile di questo?

Potrebbe essere un’azienda agricola o industriale, una serra, un contadino che oltre a bruciare rami si mette a bruciare altro, un cittadino qualsiasi che “si libera” in questo modo dei rifiuti che ha in casa? Chi appicca questi roghi tossici e perché?

Sono stati mai attivati dei controlli mirati e accurati sulle procedure di smaltimento utilizzate dalle aziende e dai piccoli imprenditori presenti sul territorio?

E’ verosimile che ci sia qualcuno che aspetti il buio della sera per commettere dei reati contro la salute e l’ambiente, per risparmiare soldi o per semplice e pericolosa inconsapevolezza e ignoranza?

La nostra Amministrazione comunale come sta intervenendo, o pensa di intervenire, per porre fine a questo fenomeno che si ripete da tempo ormai?

Credo che sia giusto che i cittadini vegliesi ottengano risposte puntuali dai loro amministratori e soprattutto si sentano tutelati da essi. 

Pur apprezzando il gesto del sindaco Paladini (il quale, in quanto sindaco, sul territorio è responsabile e capo della protezione civile), che una sera si è recato di persona su uno dei luoghi dai quali proveniva il fumo incriminato per appurarne l’origine, credo che il problema vada affrontato in maniera diversa, non solo di sera ma anche e soprattutto di giorno, attraverso l’attivazione di un controllo a tappeto e costante sulle attività di smaltimento rifiuti poste in essere dalle aziende della zona e dei dintorni. E la sera sarebbe opportuno, ad esempio, far volare dei droni sul paese e sulle zone limitrofe, o attivare altri sistemi di monitoraggio, per individuare i roghi presenti e da lì risalire ai responsabili, ricordando sempre che è più difficile stanare il piccolo imprenditore, il contadino o il cittadino che agiscono illegalmente, piuttosto che una grande azienda che dovrebbe essere sottoposta a sistemi di controllo più rigidi.

I mezzi che la tecnologia oggi mette a disposizione per il controllo di un territorio, a tutela di tutti i suoi abitanti, sono davvero numerosi e possono integrare e supportare l’attività svolta da carabinieri, vigili urbani, guardie forestali, guardie provinciali ecc.

Il tumore è una piaga per il nostro Salento e il nostro paese. Le morti per tumore aumentano di anno in anno e l’età media degli ammalati si abbassa costantemente. Tante le cause alla base di questa terrificante realtà. Non avevamo di certo bisogno di aggiungere i fumi tossici che da mesi ormai respiriamo con costanza tutte le sere!    

Daniela Della Bona

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