Per natura non sono incline a raccontare le mie impressioni, a scrivere lettere sui giornali o a condividere i momenti intimi della mia vita ma questa volta sento che è diverso. Volevo raccontarvi cosa è accaduto l’altra sera ma per farlo devo iniziare da qualche giorno precedente, esattamente dal 3 novembre 2019.
Un po’ per caso mi è stato inviato il link di un appello che Andrea De Ferraris lanciava attraverso VeglieNews. Parlava di far nascere un luogo in cui arte, cultura e cittadini, di Veglie e non solo, si ritrovassero. Uno di quei luoghi che, nei miei viaggi lontano da qui, ho sempre frequentato. Così ho deciso di fare esattamente quello che chiedeva l’articolo ed ho inviato un WhatsApp. Dopo lunga attesa ho ricevuto un invito per Mercoledì 11 Dicembre presso la Sala Conferenze della Parrocchia. Strano luogo per questo tipo d’incontro. Con poche aspettative mi sono ritrovato sin da subito con strane emozioni. Sarà colpa, ho pensato, di questo video che in loop viene trasmesso.
Il cinema che guarda me, strano. Tutte queste sequenze di sguardi verso il pubblico, verso di me, un po’ mi inquietano ma nello stesso tempo mi divertono.
Andrea ci racconta qual è il suo sogno e scopro che forse è anche il mio. Mi accorgo che in quel momento altre 30 persone circa sono accanto a me e scopriamo, a nostra insaputa che, tutti con le dovute differenze, abbiamo lo stesso sogno: quello di costruire uno spazio culturale a Veglie o nei paesi limitrofi.
Come un bravo artigiano, ci presenta gli strumenti per realizzare un luogo come questo e le opportunità che tutto ciò potrebbe offrire. Ci riesce attraverso alcuni esempi accuratamente selezionati.
Ad un certo punto tramite la voce del dr Frederick Frankenstein, Nipote di Victor von Frankenstein, ci racconta la possibilità di “animare nuovamente la materia inanimata”. Alludendo, forse, alla vita soporifera nel nostro territorio.
Provocatorio parlare di “materia inanimata”! Sono convinto che Veglie e il territorio circostante siano pieni di talenti e persone passionali, credo davvero che siano pronti per far nascere e gestire uno spazio culturale.
La domanda con cui ci lascia Andrea è semplice, essenziale: Si può fare?
Io rispondo di sì, è il momento giusto. Si deve fare, è quasi necessario, indispensabile farlo. Questo vuoto/deserto accanto a noi è un fardello troppo pesante da lasciare alle nuove generazioni.
Chi ha voglia di essermi accanto in questo “pauroso e delirante” viaggio?
Eugenio Albano