Il Sindaco Paladini il 27 aprile azzera la Giunta e 10 giorni dopo ne nomina una nuova.
Sono i dieci giorni in cui si doveva preparare assieme ai cittadini, alle attività produttive e alle realtà sociali, presenti sul territorio vegliese, una strategia comune per entrare nella cosiddetta FASE2, che si presenta più delicata e complessa di quella precedente.
Proprio in questi giorni, per garantire una maggiore operatività, ci saremmo tutti aspettati una presenza più significativa di Sindaco e Assessori, ognuno per le proprie deleghe, a sostegno dei settori produttivi in ripresa, così come indicato dal Governo.
Tuttavia, senza alcuna ragionevole motivazione politica, Veglie si ritrova per 10 giorni priva di Giunta e di fatto carente di un organo di governo, ad eccezione del Sindaco.
Il primo cittadino con decreto del 05 maggio, motiva genericamente tale scelta con il “fine di voler ottenere effettivo e concreto rilancio dell’azione amministrativa” senza tuttavia produrre ulteriori motivazioni politiche né in merito alle deleghe non attribuite ai consiglieri eletti, né circa le competenze tecniche dell’assessore esterno tali da giustificarne la nomina.
I cittadini di Veglie meritano delle spiegazioni e maggiore rispetto se si considera che questa amministrazione comunale sarebbe scaduta se fosse stato possibile ricorrere alle elezioni.
Le manovre elettoralistiche del sindaco sono state possibili per la proroga del mandato, per l’impossibilità dell’espletamento in sicurezza delle elezioni causa Covid.
Per di più le prove di dialogo tra maggioranza ed opposizione di fatto non si sono concretizzate.
Dunque ricapitolando: l’amministrazione Paladini, in scadenza e con la relazione di fine mandato depositata, per rilanciare l’azione amministrativa in piena emergenza, azzera una Giunta per due quinti dimissionaria (di fatto dichiarandone il fallimento) e procede al rimpasto.
L’operazione comporta: l’allontanamento dell’assessore Armonico, l’inserimento dei due unici consiglieri rimasti in maggioranza e la nomina di un tecnico dalla società civile.
Il tutto viene strategicamente studiato senza preoccuparsi di non avere i numeri in consiglio comunale, necessari per l’approvazione, ad esempio, di un bilancio ancora da votare.
Non è cambiato nulla in sostanza, tranne confermare che questa operazione è stata studiata per preparare la strada alle future elezioni amministrative. Non è una questione di nomi, tutti ovviamente rispettabilissimi.
Tuttavia, dinnanzi al sonoro silenzio politico dell’opposizione, dovendo affrontare una situazione di emergenza a tutela dell’interesse pubblico, si sarebbe potuta formare una Giunta nominando un Assessore per ogni gruppo politico in Consiglio Comunale ed eventualmente ricorrendo anche alla società civile. Tutto ciò allo scopo di affrontare con una ampia base di sostegno le attività amministrative in un periodo di crisi come questo.
Quale migliore occasione per parlare, confrontarsi, uscire dal “sistema” chiuso del Palazzo e trovare una soluzione a una crisi anche politica che ormai esiste già da tempo?
Pertanto, questo percorso elettoralistico, che ha l’unico scopo di riproporsi alle prossime elezioni, non merita alcuna fiducia, anzi bene farebbero i consiglieri a chiudere l’esperienza e ricorrere al potere prefettizio. Del resto questo comporterebbe un bel risparmio rispetto alle indennità spettanti ai neo assessori.
Non ci sono più auspici politici da fare, non ci sono più speranze da riporre in chi nega il confronto e calpesta il buon senso della propria cittadina, che in questi giorni sta faticosamente ritrovando la sua unità nella lotta ad un nemico invisibile e feroce.
Angelo Cipolla
Segretario Circolo PD di Veglie