Un modo di dire per indicare la breve durata di qualcosa: “Da Natale a Santo Stefano”.
In effetti poco sta durando il restauro della chiesa di Santo Stefano in via San Giovanni a Veglie, atteso da decenni.
Sul lato sud dell’immobile, il gomito terminale del tubo pluviale è stato divelto, di conseguenza l’acqua piovana scaricherebbe direttamente alla base del muro. La parte inferiore del tubo invece è stata schiacciata, forse al fine di poter addossare maggiormente alla chiesa le auto in sosta, almeno a giudicare dai segni sul muro lasciati dalle gomme delle auto, e dagli spigoli dell’intonaco smussati.
Anche il prospetto presenta segni di pneumatici sulla soglia d’ingresso, intonaco strisciato e danneggiato agli spigoli, forse da specchi retrovisori durante manovre di parcheggio di automobili.
Forse per prevenire tali inconvenienti e distanziare minimamente le auto dall’edificio potrebbe essere utile la posa in opera di paracarri, realizzati in pietra locale per integrarsi il più possibile nel contesto architettonico. In effetti nel centro storico sono presenti diversi paracarri sugli incroci, e in corrispondenza di strettoie.
Inoltre l’installazione di una tabella illustrativa potrebbe forse suscitare maggiore rispetto e attenzione nei confronti di un monumento.
Dispiace osservare un bene pubblico, conservato grazie ad un costoso restauro, degradarsi nuovamente per mancanza di piccola manutenzione.
Per i beni pubblici i cittadini dovrebbero avere la stessa accortezza usata per le proprie case; questo vale in particolare per gli abitanti del quartiere, poiché un luogo bello, curato, che trasmette un senso estetico, dona benessere all’individuo.
Veglie, 05/12/2020
Dott. Fabio Coppola