Oggi, in Piazza Umberto I’ a Veglie, è caduta la mia compagna, Anna Russo.
L’incidente è dovuto essenzialmente allo stato pietoso del manto stradale composto da lastre sporgenti e per nulla stabili.
Per fortuna non si è fatta nulla di grave, ma comunque i dolori per la caduta permangono tuttora.
E si può veramente dire che le è andata bene.
Detto questo, tale degrado non è assolutamente più ammissibile.
La giunta attuale, emanazione di una maggioranza istituzionale (seppure minoritaria se rapportata all’insieme del corpo elettorale) ha il dovere di intervenire nella risoluzione di questioni che fanno parte delle sue mansioni correnti.
E quella del rifacimento e della messa in sicurezza del manto stradale nell’insieme del territorio comunale.
Ora, siccome la mia compagna non ha riportato danni gravi alla propria incolumità, il tutto si risolverà con una semplice segnalazione che lascia purtroppo il tempo che trova.
E quindi mi permetto di raccontarvi un episodio analogo accaduto anni fa a Pontevigodarzere, un quartiere periferico di Padova, quando ero ancora un dirigente nazionale del Partito Umanista.
La madre della mia ex cadde rovinosamente da un marciapiede dissestato e fece causa (vincendola) al comune.
Dal canto mio, io e un paio di militanti ci lanciammo in una raccolta firme (tesa a denunciare pubblicamente l’accaduto e a porre quanto prima rimedio alla situazione di degrado dei marciapiedi presenti nel quartiere).
Nel giro di una settimana, andando casa per casa, la nostra petizione ottenne oltre 600 adesioni.
Quando la presentammo al comune affinché venisse protocollata, la maggioranza che sosteneva la giunta era in difficoltà per via del passaggio di alcuni consiglieri all’opposizione.
La nostra iniziativa mise ancora più crisi la situazione politica presente allora.
Risultati: il giorno dopo fu pubblicata nella prima pagina de “Il Mattino di Padova” (il principale organo di stampa cittadino) e in meno di un mese, tutti i marciapiedi di Pontevigodarzere.
A questo punto, inviterei tutte le persone non elette ma che hanno a cuore sia la propria incolumità che quella dei loro cari, ma più in generale di tutti gli abitanti di Veglie a formare un “Comitato di Salute Pubblica” in grado di lanciare come prima iniziativa proprio una raccolta firme sul modello di quanto io e pochi altri riuscimmo a fare a Padova alcuni lustri fa.
Questo non soltanto per il bene dell’insieme della nostra collettività, ma anche per evitare che ci possano essere vittime (con conseguenze peggiori) di questo degrado che non più essere tollerato ulteriormente.
Non mi illudo che qualcosa si muova in una realtà che sembra purtroppo votata ad un immobilismo apparentemente permanente, ma se nulla dovesse essere fatto in tal senso, non lamentiamoci poi se le cose continueranno ad andare male o peggio.
Yvan Rettore