Sabato 30 gennaio alle ore 17:00, il sindacato studentesco LINK Lecce Coordinamento Universitario, organizza con la partecipazione di diverse associazioni del territorio tra cui YOUTHMED, un evento webinair in diretta su facebook sulla tematica che riguarda i diritti umani in Turchia analizzando il caso dell’università del Bosforo.
All’interno della nota dell’evento si legge:
“Il 2 gennaio di quest’anno il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha nominato i rettori di 5 Università, tutte personalità a lui vicine e senza tenere in considerazione le volontà della comunità accademica dei 5 atenei. All’Università del Bosforo, storicamente conosciuta per la laicità e la libertà nell’insegnamento, sono subito partite le proteste della componente studentesca e docente, contro la nomina di Melih a rettore. Già nel primo giorno della protesta, sono partite forme di forte repressione da parte del Governo turco, con l’incarcerazione di numerosi manifestanti. Nonostante questo le manifestazioni e i cortei tuttora proseguono e la risposta di Erdoğan è la medesima: arresti e violenza contro le/gli manifestanti.
Le politiche di repressione attualmente messe in atto dal Governo turco sono tuttavia la quotidianità del fare politica di Erdoğan: dal 2015 sono 70mila le studentesse e gli studenti nelle carceri turche. Nemmeno la nomina dei rettori è una novità: dal 2016 Erdoğan ha il potere di nominare i dirigenti degli Atenei turchi e solo nel 2020 la nomina dei rettori da parte del Presidente ammonta a 27.
Ma la repressione in Turchia non è rivolta solo alla comunità accademica: secondo i dati riportati da Radio Radicale in Turchia, sono 246mila i detenuti, di cui 800 sono bambini e neonati, 1600 malati e disabili, 67 giornalisti, 605 avvocati. Dopo l’amnistia di aprile a causa della gestione sanitaria del Covid molti restano ancora in carcere alla luce delle accuse di dissidenza politica.
Il rispetto dei diritti umani nel sistema carceriario turco è nullo: violenze e stupri contro le/gli detenuti sono all’ordine del giorno, in un codice penale che rende complessa la scarcerazione, e in un contesto carcerario caratterizzato da sovrappopolazione.
Le politiche di Erdoğan attaccano tutti gli aspetti della società turca da lui considerati dissidenti, e mirano a reprimere ogni forma di dissenso, di libertà, di opposizione, di laicità. In questo senso appare evidente come nel mirino principale ci stia proprio l’Accademia.
Come componente studentesca italiana, docenti, ricercatori e associazioni non possiamo restare indifferenti di fronte a questa situazione e dobbiamo dare luce a quanto sta accadendo in Turchia, in modo da potere tenere alta la visibilità mediatica e pubblica su queste tematiche.”
Inoltre a questo evento parteciperanno:
– Massimo Brutti (Università di Roma La Sapienza)
– Murat Cinar (Giornalista turco presso La pressenza)
– Giuristi In Formazione
– Associazione Diritti Umani (ATIDU)
Tutti potranno partecipare prendendone visione tramite facebook sulla pagina di LINK Lecce – Coordinamento Universitario.