Cari lettori e lettrici di Controvoci, oggi v’invito a leggere degli appunti di storia del Salento che verranno pubblicati a puntate e che ripercorrono molti avvenimenti che si sono verificati nel nostro territorio:
da quelli terribili e bui con carestie, invasioni, saccheggi e guerre a quelli di prosperità economica, politica e culturale passando dalla preistoria all’età antica, dall’antichità al medioevo ripercorrendo la storia moderna e arrivando all’età contemporanea.
Parleremo dei nobili, degli scrittori, dei briganti, dei rivoltosi, dei generali, dei diplomatici, degli scienziati e degli attivisti e quindi della gente che ha modificato le sorti della storia del Salento cambiando idee e pensieri.
Spero che questo racconto possa servire a noi, uomini e donne del presente, per mantenere sempre aperto il ricordo e la storia di una terra bellissima piena di tradizioni e cultura.
Buona lettura!
1. L’Età della caccia e dei graffiti.
Il Salento o Terra d’Otranto è il territorio più a Est d’Italia, appartiene alla regione Puglia e si affaccia sul Mar Ionio e sul Mar Adriatico.
Il Salento ha una sua storia fortemente intrecciata a quella dell’intero Sud.
Questa storia può essere raccontata attraverso fonti materiali ovvero chiese, cattedrali, palazzi, grotte, monumenti, ecc., fonti scritte ovvero documenti, atti notarili, atti di nascita, morte e matrimonio, ecc., fonti iconografiche come fotografie ecc., e infine le fonti orali come i racconti dei nonni se vogliamo conoscere la storia più recente.
Il Salento è una terra molto antica, nata milioni di anni fa, ma noi non partiremo da queste origini, bensì dal Paleolitico ovvero “Età della pietra antica” o “Età della pietra scheggiata” in cui l’uomo attraverso nuove scoperte diviene sempre più abile e intelligente.
Un luogo che ricorda l’“Età della pietra antica” è la Grotta di Santa Caterina dell’Alto, vicino a Nardò, in cui sono stati ritrovati pezzi di conchiglie, pelli di animali uccisi e pezzi di pietra ben lavorati come chopper e amigdale ovvero piccoli oggetti in pietra utilizzati dagli uomini primitivi per uccidere animali e per tagliare la carne.
Al Paleolitico segue il Neolitico ovvero l’“Età della pietra nuova” o “Periodo della pietra levigata”.
Nel Neolitico in Salento si costruiscono villaggi di comunità contadine formati da case realizzate con paglia, legna e sassi.
I contadini per conservare il cibo ovvero fave, cereali, orzo e riso mettevano un contenitore detto silos sotto terra.
Gli archeologi hanno trovato strumenti in selce, databili al Neolitico, utilizzati dagli uomini e dalle donne salentine durante la vita quotidiana e contenitori in cui si conservava l’olio la cui produzione è antichissima e che purtroppo oggi è in crisi a causa della “Xylella” che colpisce i nostri meravigliosi e secolari alberi d’ulivo.
Nelle campagne possiamo trovare i cosiddetti menhir ovvero grandi lastre di pietra poste verticalmente e i dolmen ovvero strutture con una lastra di pietra posta orizzontalmente sopra alcune colonne costruite con i sassi.
Questi piccoli monumenti erano usati dagli uomini del Neolitico durante i loro culti religiosi.
Un luogo simbolo di questo periodo è la Grotta dei Cervi presso Porto Badisco vicino a Otranto, così chiamata per le numerose raffigurazioni di animali che gli studiosi hanno identificato come cervi.
Questa grotta è stata soprannominata la “Cappella Sistina del Salento” per i suoi graffiti davvero affascinanti.
Il simbolo della grotta è lo sciamano ovvero l’uomo che guidava le persone nella preghiera.
Con la scoperta della scrittura risalente al 4000 a.C., finisce la preistoria e inizia l’età antica e in Salento si affermano nuovi popoli e nuovi commerci che hanno reso questa terra davvero spettacolare.
Ma di questo parleremo nella prossima puntata sulla prima parte dell’età antica.
Marco Pio Patera.