Negli ultimi anni, il legislatore ha disciplinato la materia urbanistica, ambientale e paesaggistica, al fine di garantire che i Piani urbanistici comunali siano condivisi, praticabili e sostenibili.
Ma quali sono gli obiettivi che possono essere perseguiti da questo strumento?
Il PUG individua le linee strategiche di trasformazione del territorio e consente di governare tali trasformazioni nel rispetto della nuova disciplina urbanistica:
- rigenerare il tessuto urbano, ridurre il consumo di suolo; perseguire la sostenibilità ambientale e territoriale in un’ottica di maggior giustizia sociale;
- coniugare i diritti edificatori con le esigenze di risparmio di suolo, con l’attenzione alle risorse naturali, storiche, ambientali e culturali, al fine di valorizzare l’unicità di un territorio di cui oggi siamo custodi temporanei, per poi consegnarlo ai vegliesi di domani, migliorato e non depauperato;
- predisporre le aree produttive a sostegno del sistema economico nel rispetto delle esigenze di benessere e salvaguardia della salute di tutti i cittadini;
- attivare procedure snelle a tutela del diritto al Permesso di Costruire.
Gli obiettivi di sostenibilità ambientale, di riqualificazione, di riduzione del consumo di suolo non sono più derogabili. Per troppi anni abbiamo pensato ai nostri territori in progressiva espansione e gli strumenti di cui siamo attualmente dotati (PRG) sono proprio conformati sull’idea di ingrandimento. Oggi l’espansione fine a se stessa, solo per costruire nuove case, è inutile e troppo costosa in termini ambientali, in relazione alle urbanizzazioni, al traffico veicolare, alla manutenzione degli spazi comuni, al reperimento di standard urbanistici, alla perdita di identità dei luoghi nodali del territorio, che invece, va ripensata in termini di qualità e non di quantità.
In realtà ci sono alcune criticità per procedere alla redazione di un Piano Urbanistico Generale, che tuttavia sono superabili attraverso un lavoro politico-amministrativo attento e costante:
- si tratta di ri-progettare strategicamente il territorio, mettendo in primo piano la qualità sociale, attraverso un processo graduale, complesso ma fattibile. Il piano urbanistico va concepito non più come un insieme di case, di rotonde e di strade, ma ogni Comune deve chiedersi chi e cosa vuole diventare da grande, tenendo insieme il rispetto per l’ambiente, la qualità della vita dei cittadini, la sostenibilità delle opere pubbliche, la capacità attrattiva di un territorio.
- La seconda criticità ha a che fare con i tempi. Molti Comuni partono e poi si bloccano: difficoltà tecniche, procedure farraginose, organismi coinvolti nel controllo sempre più numerosi. Si perde così una preziosa opportunità di sviluppo e l’occasione per una riprogettazione strategica e sostenibile di città e territori.
- La terza difficoltà coinvolge le comunità interessate. Le istituzioni locali non erano più abituate ad ascoltare i cittadini in materia urbanistica, ma oggi è doveroso farlo. Come sta cambiando la vita quotidiana nei paesi? Di quali servizi hanno bisogno oggi gli abitanti? Sono emersi nuovi bisogni negli ultimi anni, anche alla luce della pandemia: è mutato ad esempio il modo di fare la spesa, di spostarsi per lavoro, di accedere ai servizi essenziali, di vivere il verde pubblico. L’orientamento per ripensare le nostre città non può ignorarlo.
In tutto questo i tecnici sono chiamati a fornire il loro supporto e la propria professionalità, nel proporre soluzioni di qualità dal punto di vista sia architettonico che costruttivo. I vegliesi potranno così avere edifici privati più confortevoli, accoglienti ed ecosostenibili e antiche case adeguate agli standard attuali; l’Amministrazione è chiamata a garantire uno svolgimento agevole dei procedimenti di autorizzazione. Nel tempo i tecnici vegliesi hanno dovuto fronteggiare diverse difficoltà, che una pianificazione puntuale e innovativa avrebbe potuto contenere.
Accanto alle competenze tecniche tuttavia sarà indispensabile collegare le professionalità scientifiche di chi si occupa della conoscenza più profonda delle evoluzioni socio – economiche in atto nel territorio, per mantenere e valorizzare le specificità del luogo e della comunità, attraverso l’ascolto e la partecipazione di tutti gli stakeholders (= portatori d’interesse). Il tutto andrebbe sorretto da un quadro conoscitivo-diagnostico del contesto accurato, confortato da dati precisi e informazioni puntuali.
Nel corso della passata amministrazione il sindaco Paladini aveva mantenuto la delega all’Urbanistica per attivare la redazione del PUG. Tuttavia tra il 2015 e il 2020 non c’è traccia nei documenti comunali di alcun provvedimento finalizzato allo scopo. La mancata attenzione al territorio ed al suo sviluppo si è palesata del resto anche di fronte al rifiuto di procedere alla realizzazione di un piano di “Rigenerazione urbana”.
Oggi a distanza di un anno dall’insediamento della seconda amministrazione Paladini, con la delega all’Urbanistica sempre nelle mani del primo cittadino e malgrado le intenzioni espresse nel programma amministrativo e nelle linee programmatiche (cfr pag. 10) della maggioranza di governo, nulla ancora è stato predisposto in tal senso.
Si tratta di un grave immobilismo che fa perdere tempo prezioso al nostro territorio, a tutti i cittadini di Veglie ed alle loro attività economiche, sociali e culturali. È un’inerzia che ci troveremo tra capo e collo negli anni a venire quando ancora una volta dovremo verificare i limiti del nostro assetto territoriale.
Questa necessità non è più prorogabile!
Angelo Cipolla