DO NO SIGNIFICANT HARM …COMUNQUE SEMPRE DANNO E’!

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Nei giorni scorsi, da un comunicato stampa redatto congiuntamente da un gruppo di sindaci dei comuni d’Arneo, alcuni dirigenti provinciali e il responsabile del GAL Terra d’Arneo, si è appreso che sono pervenute agli uffici competenti dei sopra citati comuni un elevato numero di richieste di autorizzazioni al fine di realizzare sul territorio salentino grossi impianti di energia rinnovabile.

Dal comunicato si evince che la situazione è piuttosto allarmante dal momento che se questi impianti dovessero essere realizzati, il paesaggio ne risulterebbe alterato in maniera irreversibile. Sindaci, dirigenti provinciali, responsabile GAL si stanno impegnando a generare una risposta unitaria per fronteggiare questa “improvvisa” pressione a cui sono sottoposti gli uffici competenti. Diverse le iniziative promosse: consigli comunali monotematici, richiesta di convocazione dell’assemblea dei sindaci salentini, incontro pubblico che si terrà in piazza Umberto I a Veglie. BENISSIMO! Tuttavia sono da porre alcune semplici questioni e domande.

E’ ad oggi piuttosto evidente che nella stragrande maggioranza dei cittadini sia maturata la consapevolezza che l’ambiente va rispettato e tutelato, dunque perché sentire il dovere di chiarire subito che non si è ideologicamente contrari alle energie rinnovabili? Un chiarimento che denuncia debolezza. Il fatto stesso che la realizzazione di impianti di energia rinnovabile possa recare danni all’ambiente è di per sé paradossale. Si tratta di fare un semplice calcolo costi/benefici. Cosa ci guadagna il territorio e i suoi cittadini dalla realizzazione di questi impianti? Forse i fumi generati da ILVA, CERANO, PETROLCHIMICO, CEMENTIFICI, verranno dispersi dalle enormi pale eoliche o assorbiti da mega impianti di fotovoltaico? Sicuramente no! Ed ancora, con l’energia pulita che questi grandi impianti produrranno sul nostro territorio, oltre che a far crescere i fatturati delle aziende energetiche, si potranno abbattere anche i costi delle bollette delle famiglie salentine? Oppure continueranno a pagare la corrente come tutti, nonostante ci stiano rimettendo anche il territorio? L’energia prodotta sul nostro territorio sarà impiegata in loco o verrà commercializzata altrove? Affermate giustamente che vanno tutelati i paesaggi d’eccellenza, ma non è il Salento tutto, un paesaggio d’eccellenza? Chiedete a ragione che l’ente locale venga coinvolto nella scelta della localizzazione degli impianti, perché? Ci sono secondo voi terreni o zone sacrificabili? Sostenete giustamente che vanno protette le potenzialità delle aziende che con tanta fatica hanno raggiunto livelli eccezionali e va assolutamente fatto! Tuttavia i terreni su cui fino a poco tempo fa maestosi ulivi per secoli hanno generato ricchezza, cultura, paesaggio e che oggi, per i motivi noti a tutti sono incolti, non ritenete che abbiano anche essi enormi potenzialità da proteggere? Questi terreni non sono diventati sterili, attendono solo di essere coltivati per produrre nuova ricchezza, nuova cultura e nuovo paesaggio, che solo il plinto in cemento di proporzioni enormi necessario a far reggere in piedi la pala eolica può rendere improduttivi per molto tempo. I consigli comunali monotematici saranno anche aperti? Che obiettivo concreto avranno? Quali strumenti ha l’ente locale per fare fronte a queste richieste di autorizzazioni? Auspichiamo che dai consigli comunali monotematici (e aperti) emerga una visione d’insieme del futuro di questa terra che sia inclusivo, solidale, sostenibile e che guardi alle giovani e future generazioni. Il Salento ha già dato tanto e in cambio ha ricevuto molto meno di quello che ha dato! Si deve essere determinati nel pretendere dalla regione gli strumenti UTILI a fronteggiare questa speculazione che non è poi così improvvisa, ma che è già in atto da molto tempo. Vanno promosse e incentivate forme nuove di comunità energetiche e “seguendo un principio comunitario” va gridato un forte NO alla speculazione sul nostro territorio perché non serviranno gli inglesismi con le multinazionali dell’energia. Un danno, se pure non significativo sempre danno è! Seguendo un principio comunitario invece andrebbe detto: “la terra a chi la lavora e non a chi la sventra”.

COMITATO AMBIENTE SANO

Dario Ciccarese

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