Macchia di Lupomonaco e Nuova Stazione di Servizio

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L’articolo 9 della Costituzione Italiana dice che la Repubblica tutela il paesaggio di una Nazione

L’articolo 9 della Costituzione Italiana dice che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Quindi la Costituzione non dice che è preferibile tutelare il paesaggio oppure che sarebbe auspicabile che questi venga tutelato ma dice che la Repubblica “tutela il paesaggio”, quindi è perentoria tale affermazione.
Qualche giorno fa, il 4 settembre scorso, si è riunito il consiglio comunale, in quanto alcuni consiglieri del gruppo Veglie Bene Comune avevano presentato una mozione del tutto politica con oggetto “Adeguamento del Piano Carburanti” chiedendo di modificare il Piano Carburanti del nostro comune in quanto ad oggi esponeva l’area di interesse ambientale più importante del nostro territorio, la macchia di Belmonte (Lupomonaco) ad insediamenti che ne avrebbero minato l’integrità della sua bellezza paesaggistica.

La macchia, ricordiamo, è oggetto di un inizio di procedimento per il riconoscimento SIC (sito di interesse comunitario).

Venuti a conoscenza della presenza di un progetto di realizzazione di un impianto proprio adiacente a quell’area, con un atto di indirizzo i consiglieri del gruppo Veglie Bene Comune cercavano di proporre scenari alternativi che risolvessero il conflitto che si sarebbe venuto a creare in quell’area tra il pubblico interesse (il paesaggio) e l’iniziativa del privato, chiedendo il voto favorevole sulla mozione presentata (ecco la mozione allegato).

Durante la discussione della mozione in consiglio comunale gli argomenti dei consiglieri sono risultati accomunati da un minimo comun denominatore, evitare un danno erariale al comune anche perché secondo qualcuno si sarebbe poi ritorto contro i singoli consiglieri.

In sintesi alcune dichiarazioni (da estratto): “La nostra posizione è nota e non perché non ci sta a cuore la tutela dei beni paesaggistici del nostro paese ma è nota perché ci sta a cuore la sorte del nostro comune. Sto tutelando l’interesse di questo comune… spostare la posizione dell’impianto con i costi a carico di chi? Invito a riflettere sulla responsabilità…” e ancora “…Penso che l’azienda non avrebbe nessun problema a considerare una soluzione alternativa, ma i costi chi li paga? Il comune potrebbe anche supportare dei danni alla richiesta di risarcimento, ma pagati da chi, da noi? La corte dei conti si rivarrà su di noi consiglieri?”

Su queste affermazioni tutte incentrate esclusivamente su di un discorso economico riteniamo che si possano effettuare alcune considerazioni. Innanzitutto risulta incomprensibile il diverso comportamento di alcuni consiglieri che, durante la conferenza dei capi gruppo, si dichiaravano disposti a votare una mozione in cui si chiedeva alla Regione di estendere la fascia di tutela della Macchia fino alla circonvallazione senza clausole di salvaguardia per il privato, poi però in consiglio comunale la stessa mozione, contenete addirittura anche le clausole di salvaguardia per il privato, ha ottenuto il voto contrario degli stessi consiglieri.

Ancora più incomprensibile ci risulta la posizione e la condotta del gruppo Veglie dei Cittadini che non ha ritenuto essere la sua battaglia politica quella di salvaguardare paesaggisticamente la macchia di Lupomonaco dalla probabile cementificazione nella fascia ad essa adiacente, palesando una posizione di assoluta chiusura da sempre anche nei confronti di possibili mediazioni.

I consiglieri pur dichiarando il loro interesse per il paesaggio nei fatti hanno sconfessano loro stessi in quanto grossa parte dei propri interventi si incentrava su ipotetici danni economici per il comune o addirittura per i singoli membri del consiglio, ma attenzione, senza che nessuno suffragasse le proprie affermazioni almeno con un parere legale! Ciò la dice lunga quanto importi a lor signori un danno ad un bene così importante e non rinnovabile come il paesaggio, un danno certo e irreversibile.

Non si capisce quale colpa potessero avere dei consiglieri che al loro primo mandato stavano cercando di risolvere un problema dagli stessi ereditato e non voluto, puntando addirittura a salvaguardare gli interessi privati.

Pertanto non si capisce a quali danni questi consiglieri potessero
essere chiamati a rispondere, con quale motivazione quella di voler tutelare la propria terra con le sue bellezze?

Riteniamo che se non si ha il coraggio di fare le scelte per il bene della comunità perché troppo impauriti per la salute delle proprie tasche è meglio non fare politica e non chiedere il voto ai
cittadini.

Il sindaco, l’assessore all’ambiente e l’assessore alla cultura hanno abdicato alla loro funzione.

L’assessore all’urbanistica invece risulta ai più non pervenuto. Era stato chiesto loro di farsi mediatori tra i privati e il Comune (la macchia è di proprietà del comune) ed eventuali altri proprietari terrieri vicino alla macchia per individuare proposte perequative, ma nemmeno un dito è stato mosso! Hanno preferito non impegnarsi, ritenendo probabilmente che non ne valesse la pena, dando per scontato la mancanza di buona volontà da parte dei privati di trovare una soluzione opportuna per tutti.

La politica secondo noi invece dovrebbe farsi carico di percorrere tutte le strade possibili, nella legalità, pur di salvaguardare il bene comune. 

Si poteva fare o quanto meno tentare, ma non è stato fatto! La vera maggioranza politica vegliese è venuta allo scoperto durante il consiglio comunale manifestando una colpevole apatia e non
percependo realmente il valore inestimabile della risorsa.

Abbiamo assistito con nostro grande rammarico ad un voto contrario cinico e vigliacco che ha svenduto quella parte di paesaggio.

Il gruppo consiliare “Veglie Bene Comune”

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