“Si può fare?” Lettera rivolta a chi ama Veglie e vuole resuscitarla

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Qualcosa finalmente si muove, e per davvero, nella nostra dormiente Veglie. Adesso tocca a tutti noi: non è più tempo di lamentele, ma di azioni concrete! 

Difficile far riecheggiare una frase come quella che ha caratterizzato i nostri ancora esigui, seppur pregni di riflessione, incontri tematici: “Si può fare?”

Per una domanda del genere, la risposta è molto semplice; ciò che è difficile, è in realtà la convinzione che si cela dietro di essa. È infatti molto più facile abbandonare le armi e continuare ad arrancare passivamente; è molto più facile voltarsi dall’altra parte con un “Ne ho viste tante, in vita mia, di situazioni così. Questa non sarà diversa dalle altre”; è molto più facile dare la colpa a ciò che nemmeno esiste, quando la colpa è sempre e solo di una coppia d’amiche che vanno a braccetto: Rassegnazione e Resa.

Ci rendiamo conto che ciò che noi abbiamo in mente non è facile, come dire “sì”. Siamo tuttavia consapevoli del contesto in cui viviamo; e non so voi ma, per noi, un salto nel vuoto è molto meno doloroso di un sentiero completamente arido di fiori, un sentiero che non ha calmato la nostra sete e che, ci lascerà cadere inermi senza darci la possibilità di far risuonare la nostra voce.

Nella giornata di martedì 18 febbraio si è tenuto il secondo incontro in merito alla creazione di uno Spazio Aggregativo e Culturale in grado di offrire una piccola sala di proiezione, una WebRadio, una Sala Studio e spazi creativi: Andrea De Ferraris ha esposto, a una comunità di circa 80 cittadini non solo vegliesi, questo ambizioso progetto che, slide dopo slide, trova una risposta: il “Si può fare?” ha preso piede attraverso l’analisi di realtà a noi vicine, come il “Rubik” di Guagnano (centro di musica live), il “BlaBlaBla” di Trepuzzi (punto di riferimento per l’infanzia) e il “Poli – Officine Culturali” di San Pancrazio (ospita un museo della radio, una Web Radio, la biblioteca comunale e un cineteatro).

A seguire si è discusso sull’ipotesi di aderire a una tra due importanti associazioni culturali italiane, ossia Libertas o Arci, entrambe molto attive sul territorio salentino e nazionale in termini di promozione sociale.

È stata poi effettuata una panoramica sulle tappe e sull’ammontare dei costi per la realizzazione del nostro progetto.

Sono state infine presentate le anime attive che si fanno promotori di questa iniziativa: Agnese Carlà, Alessia Mea, Eugenio Albano, Giorgia Lisi, Martina D’Elia, Simona Mele, Tecla Chirivì.

In attesa di un nuovo incontro (stimato per il mese di marzo), procederemo già a definire tecnicamente programma e obiettivi.

I Pink Floyd dicevano: “I never had the nerve to make the final cut”, ossia “Non ebbi mai il coraggio di darci un taglio netto”.

Noi, questo coraggio di partire da zero, abbiamo deciso di averlo. E voi?

Martina D’Elia

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