L’isola di Pasqua e l’Idrogeno dell’acqua utilizzabile come carburante.
Gli abitanti dell’isola di Pasqua, isola dell’oceano Pacifico, commisero un errore fatale perché credevano che gli alberi presenti nell’isola fossero infiniti e perciò decisero di utilizzarli per riscaldarsi; alla fine si accorsero che non c’erano più alberi per costruire le navi per pescare. E così morirono di fame.
Anche oggi alcuni Enti pubblici e società private, italiane e straniere, credono di utilizzare l’idrogeno presente nell’acqua degli oceani come carburante per uso automobilistico perché ritengono che l’idrogeno sia infinito. Invece tale elemento presente in natura sotto forma di composto chimico è finito, così come è finito il petrolio. Solo l’energia solare, l’energia eolica e l’energia geotermica si possono considerare infinite finché esisterà il pianeta Terra; perciò è su tali energie che dobbiamo investire se non vogliamo fare la fine degli abitanti dell’isola di Pasqua.
Se qualcuno crede di sfruttare l’idrogeno lo può fare solo sfruttando quello presente nell’ etanolo (spirito del vino), quello presente nel metano oppure quello presente nel metanolo (spirito del legno).
Utilizzare invece l’idrogeno dell’acqua (idrogeno prodotto con tecnica blu) per trasformarlo in energia cinetica significa desertificare ancora di più il pianeta Terra perché l’acqua presente sulla Terra è finita e non si può sprecare inutilmente per motivi economici.
Veglie, 4-12-2020
dott. Pietro CALCAGNILE
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