CONSIDERAZIONI SU 1° CONSIGLIO COMUNALE AMMINISTRAZIONE PALADINI

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CONSIDERAZIONI SU 1° CONSIGLIO COMUNALE AMMINISTRAZIONE PALADINI

Da “fuori”, da cittadino, senza alcuna ansia di “posizionamento istituzionale” (né con la maggioranza né con l’opposizione), ho seguito, in diretta video, la prima seduta del nuovo Consiglio comunale (solo 5 consiglieri “navigati” per esperienze passate su 16, di cui 6 donne – mai, dal 1993, una pattuglia così numerosa e qualificata). E’ sempre da incoraggiare l’iniziativa volontaria di trasmettere in diretta le sedute consiliari che da anni conduce il sito Controvoci, anche se la qualità della trasmissione di ieri, per le tante interruzioni e per il pessimo audio, va migliorata di molto.

Il rito di insediamento, alla presenza di numerosi cittadini e familiari, ha avuto il tono iniziale di una festa anche per la presenza della storica Banda di Veglie ma poi è apparso un rito molto formale, vuoto di contenuti e di messaggi civili… (continua)

 

TESTO LETTERA

Da “fuori”, da cittadino, senza alcuna ansia di “posizionamento istituzionale” (né con la maggioranza né con l’opposizione), ho seguito, in diretta video, la prima seduta del nuovo Consiglio comunale (solo 5 consiglieri “navigati” per esperienze passate su 16, di cui 6 donne – mai, dal 1993, una pattuglia così numerosa e qualificata). E’ sempre da incoraggiare l’iniziativa volontaria di trasmettere in diretta le sedute consiliari che da anni conduce il sito Controvoci, anche se la qualità della trasmissione di ieri, per le tante interruzioni e per il pessimo audio, va migliorata di molto.

Il rito di insediamento, alla presenza di numerosi cittadini e familiari, ha avuto il tono iniziale di una festa anche per la presenza della storica Banda di Veglie ma poi è apparso un rito molto formale, vuoto di contenuti e di messaggi civili. Esito, forse, giustificabile per l’emozione della prima volta della maggior parte dei neo consiglieri sia di maggioranza che di opposizione.

Meno giustificabili, però, appaiono due scelte politiche, fatte a freddo e inserite nell’ordine del giorno diramato giorni prima: la comunicazione da parte del sindaco della giunta composta da 5 assessori e la scelta di inserire nell’ordine del giorno la Delibera di determinare l’importo del gettone di presenza e delle indennità di funzione degli amministratori comunali (in volgare: decidere lo stipendio di sindaco, vicesindaco, assessori, presidente del consiglio e consiglieri). A bene riflettere appaiono due scelte che, se non riviste, segneranno negativamente il futuro e non solo l’avvio dell’amministrazione Paladini.

La prima urgenza: le indennità degli amministratori!

Che rispondere a chi, anche demagogicamente, afferma che non è andato a votare perché è “tutto un magna magna” e che sono “lì sopra per pensare solo a se stessi”? Fa davvero impressione pensare che la prima delibera “politica” della nuova amministrazione abbia posto solo attenzione a sindaco, assessori e consiglieri comunali.

Per rispetto alle gravi situazioni che i cittadini attraversano, per i tanti problemi amministrativi da anni ancora aperti, per il rispetto dovuto a chi fatica a campare, quella delibera andava ritirata e rinviata ad altra seduta. Ma questa sensibilità non è stata dimostrata né dalla maggioranza né dall’opposizione.

Le novità passive: riduzione dei consiglieri, doppia preferenza, riduzione dei componenti la giunta

Nell’ente locale il legislatore ha introdotto, dall’alto, alcune novità nelle ultime elezioni: i consiglieri eletti non saranno più 20 ma 16, l’elettore ha potuto esprimere due preferenze, una per una consigliere e l’altra per un consigliere. Sono state novità imposte dall’alto. E’ presto fare una seria valutazione politica di esse (meno consiglieri, e quindi, meno democrazia, produce più efficienza? La doppia preferenza ha drogato le preferenze dei singoli consiglieri?) e non è l’oggetto di questo breve scritto.

Ma c’è un’altra novità introdotta dal legislatore per i comuni che hanno da 10mila a 30mila abitanti: gli assessori in giunta dovranno essere nella misura “massima” di un quarto del numero dei consiglieri, contando anche il sindaco e arrotondato al numero superiore. Per Veglie, cioè, il numero massimo di assessori è 5. Ma massimo. Copertino o Mesagne, solo per citare due comuni molto più grandi di Veglie, hanno assegnati lo stesso numero di 5 assessori. Questo significa che il legislatore invita gli attori del governo locale a esercitare, in piena autonomia, quelle che vengono chiamate le novità attive, quelle fatte proprie da amministratori oculati, ben coscienti delle varie realtà locali che governano.

Allora è facile chiedersi perché a Veglie 5 assessori e non 2 o 3? E lasciare al Consiglio, organo preposto all’aggiornamento e/o modifica dello Statuto, la scelta di quanti assessori deve essere composta la giunta.

Se è importante definire quanto deve essere l’indennità assessorile (compenso simbolico, la metà o latra percentuale…), come molti stanno facendo in queste ore, è anche molto importante definire il numero degli assessori, tenendo conto della situazione economico-finanziaria del comune di Veglie, della crisi economica che il paese attraversa e delle risorse economiche pubbliche sempre più scarse.

E non mi sembra che qualcuno si sia chiesto, ieri sera (oltre alla proposta, mi sembra nemmeno messa ai voti, di dimezzare la indennità degli assessori) se il comune di Veglie può reggere gli oneri di 5 assessori con indennità piena?

La sudditanza psicologica di oggettiva inferiorità degli amministratori rispetto ai funzionari

Colpisce ancora ciò che è accaduto nel consiglio di ieri sera: la proposta di delibera sulle indennità, che, ripeto, è delibera politica e non atto dovuto, non è stata presentata/letta dal sindaco o dal presidente del Consiglio ma dal funzionario che aveva preparato la bozza. Il funzionario, addirittura, era seduto nell’emiciclo consiliare (in cui deve essere presente, oltre ai consiglieri, solo il segretario comunale). La delibera è apparsa come una proposta-imposizione formale dell’ufficio. Né sono servite le brevi frasi di difesa di essa pronunciate da alcuni consiglieri né il voto contrario dell’opposizione per togliere l’idea che la maggioranza la volesse far passare come un atto solo formale dovuto. Questa osservazione può apparire pignoleria o poca cosa. Invece è la prova della sudditanza degli amministratori rispetto ai funzionari. Per la verità dare troppo spazio ai funzionari o addirittura scaricare su di essi compiti prettamente politici è un vecchio vizio di amministratori impreparati o inetti. Ma il principale limite del rapporto tra amministratori e funzionari è la oggettiva inferiorità dei primi (che si rinnovano di frequente e non basta il tempo per una preparazione alla pari) e i secondi che si sentono non solo stabili ma anche padroni della macchina burocratica. Se non si supera questa sudditanza con più coesione politica e con più preparazione amministrativa nessun passo avanti si farà per cambiare e far crescere il nostro paese.

Concludo con un augurio alla nuova amministrazione (sindaco, maggioranza e opposizione): ieri sera per tre volte è stato necessario aggiustare la fascia tricolore sulla spalla giusta del sindaco. Segno, forse, di quanto fatica e quanto tempo occorrano prima che si individui il verso giusto dei vari ruoli amministrativi. Siete ancora all’inizio. Ma attenzione! Non perdete tempo nella ricerca del piccolo potere e della tanto sospirata visibilità. Nell’amministrare il tempo è sempre poco.

Veglie 19 giugno 2015

Antonio Greco

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